Verona, 13 novembre 2024 – Prevenire è meglio che curare. Vale in medicina, ma non solo. E la prova viene dalle parole di Martina Patti, che ha iniziato a montare all’età di tre anni e che, quando è diventata avvocato, ha pensato bene di declinare la sua professionalità al diritto equestre, un campo, come si sta capendo con sempre maggiore chiarezza, destinato ad un rapido sviluppo essendo la materia complessa e le responsabilità rilevanti.
‘Ho pensato di fare della mia passione un lavoro _ spiega Martina Patti _ perché, pur essendo il nostro settore un po’ di nicchia, sono convinta che presto anche noi faremo come all’estero dove scuderie, circoli ippici, sportivi professionisti e semplici amatori vogliono conoscere bene tutto ciò che norma l’attività equestre per tutelarsi dalle brutte sorprese. In questo senso la mia mission, come professionista e come appassionata, è quella di divulgare una cultura legale nel mondo equestre e di propormi come consulente, sfruttando anche le mie competenze da mediatore civile e commerciale regolarmente iscritto all’albo ministeriale. Un avvocato insomma che interviene prima… che previene appunto il problema come si prevengono le malattie.
‘È esattamente così _ continua l’avvocato Patti : va un po’ corretta l’idea polverosa che si ricorre all’avvocato soltanto quando c’è un problema serio e le parti sono ormai contrapposte. Bisogna a volte farsi accompagnare per fare i passi giusti ed evitare guai: molti nel nostro settore eseguono ancora una serie di attività senza traccia scritta, basandosi su una semplice stretta di mano che, pur essendo un gesto molto nobile, a volte espone a grandi rischi’. Ci faccia qualche esempio. ‘Certo, i più semplici sono anche i più diffusi. Se il cavallo viene lasciato dal proprietario in scuderia senza occuparsi del suo mantenimento economico, la stessa deve provvedere al suo mantenimento sine die, è un obbligo di legge: altrimenti la struttura incorre nel reato di maltrattamento dell’animale. La compravendita di cavalli senza contratti scritti, come si fa ancora oggi, espone a rischi evidenti, perché possono subentrare spiacevoli sorprese per le quali l’acquirente non ha strumenti per rivalersi sul venditore. Inoltre, un contratto scritto aggiunge al regime legale sottigliezze che posso rivelarsi fondamentali: per esempio sulle effettive capacità agonistiche del cavallo.
Altro esempio: quando le scuderie e i proprietari non sottoscrivono un contratto di scuderizzazione, alla fine del rapporto non si sa a chi restituire un cavallo. Se banalmente ci si fida di una persona sbagliata, fosse anche un coniuge o un parente, si incorre in un danno poi difficilmente riparabile. In Italia si lascia spesso il settore deregolamentato: sono stata nei giorni scorsi a Fieracavalli e parlando con un mio amico noto dressagista spagnolo, Victor Alfonso Pomares, mi spiegava di come all’estero l’avvocato sia una figura che segue passo per passo i top player del settore, liberandoli anche da preoccupazioni e incombenze non proprie, ad esempio, di un agonista di alto livello”. Di qui l’idea, oggi sicuramente all’avanguardia, di dare vita ad un vero e proprio progetto, Aequus_Lex, acronimo efficace di equità e giustizia in ambito equestre, che è destinato ad aiutare a comprendere i rischi del settore e a prevenirne i conseguenti problemi. ‘Quando si vende un cavallo da seicentomila euro con un messaggio whatsapp dice ancora Martina Patti _ è probabile che possa non andare tutto liscio: e non è una battuta, ma qualcosa che ho visto fare per davvero. Io mi propongo di fare divulgazione, perché informazione e consapevolezza diano a tutti più strumenti per vivere meglio la propria passione e anche la propria professione equestre. Faccio l’ultimo esempio, il più frequente forse. Per i proprietari di cavalli l’assicurazione non è obbligatoria. Ma io consiglio sempre di prevenire, anche in questo caso. Se un cavallo dà casualmente un calcio ad un bambino, essendo il proprietario responsabile per legge dei danni provocati dal suo animale, poi ci si pente di non averci pensato per tempo. In Germania il settore equestre è un esempio cui possiamo tendere: tutti i grandi cambiamenti hanno bisogno di tempo e di consapevolezza, e io mi propongo per assecondare questo cambiamento’.